da gmshalom » 24/03/2015, 19:27
Articolo preso dal quotidiano on line "Il Messaggero"
“Fiscalmente – ci spiega Gabriele Noto – tra i due istituti non c’è differenza. Sarebbe molto difficile per la normativa fiscale spacchettare il diritto in modo da capire quali siano le differenze di valore economico. Quindi, per semplificare, il fisco considera i due diritti allo stesso modo. In realtà non è così. E, poiché, non sempre, ma, comunque, spesso le aspettative di spesa fiscale orientano le scelte dei cittadini, se la spesa è la stessa si tende a preferire il diritto più ampio, più snello, cioè l’usufrutto. Alla fine, come sempre, la prassi decide qual è lo strumento migliore. Il contenuto del diritto di usufrutto, infatti, è un contenuto più ampio rispetto a quello del diritto di abitazione. Ad esempio, l’usufruttuario potrebbe dare in affitto la casa oggetto del diritto. Pensiamo all’anziano che dona la nuda proprietà. Quando non può più abitare la casa e deve essere ricoverato in un ospizio, l’appartamento viene affittato. Ebbene, i proventi dell’affitto spettano senz’altro all’anziano, cioè all’usufruttuario. Invece l’abitatore ha semplicemente il diritto di servirsi di una cosa, cioè di utilizzarla. Quindi se fiscalmente i carichi sono gli stessi, civilisticamente invece non c’è paragone: l’usufrutto è molto più utilizzato, l’abitazione molto meno”. Sia il titolare del diritto di abitazione che del diritto di usufrutto sono coloro che dispongono dell’immobile. Per questo motivo sono obbligati a versare tutte le imposte relative agli immobili oggetto del diritto. Saranno loro a versare le imposte sui redditi e l’IMU e non il nudo proprietario.