PAOLO1971 ha scritto:A parte il fatto che non fruire di un beneficio in un giorno determinato è rinuncia implicita, condivido la considerazione dell'ultimo post laddove evidenzia che pretendere da parte dell'ufficio la rinuncia mi sembra un eccesso.
La legge in effetti parla di non CONCRETA FRUISIONE ("che non se ne avvalga"). e di certo quel giorno, allorquando il padre chiede le due ore (e la madre non le sta fruendo ) sarebbe un tantino difficile sostenere che si stia avvalendo, poiché anche se assente da lavoro, io so bene che lo è ad altro titolo.
Così parti già con la risposta in mano, io cercavo di esprimere un altro punto di vista. Gli scambi di opinione sono sempre importanti.
E' innegabile il fatto che la funzione genitoriale del padre si possa svolgere anche l'uso dei riposi giornalieri, e abbiamo tutti
preso atto dell'evoluzione giurisprudenziale che annovera la casalinga tra le lavoratrici (non dipendenti).
Resta il fatto che, a mio parere, la rinuncia della madre ad un diritto che le spetta in prima persona è più che necessaria. Il diritto non è alternativo tra i genitori come ad es. nel congedo parentale.
Probabilmente, finchè si resta in bacini di utenza limitati, ci si può prendere la responsabilità di gestire alcune situazioni in maniera, per così dire, bonaria.
Quando i numeri aumentano, tuttavia (oppure già nel caso in cui entrambi i lavoratori dell'esempio non fossero dipendenti dello stesso comune), si presentano difficoltà nell'applicare automatismi.
Come è possibile monitorare l'uso dei riposi della madre, senza almeno una dichiarazione di responsabilità?
E se l'altro genitore (la madre) non è in rapporti idilliaci con il padre?
Se ci pensi non sono casi impossibili a verificarsi...