da GIORGIO MARENCO » 25/10/2024, 13:58
Ciao
La bozza di DDL Bilancio parla di accantonamenti a carico dei comuni per
130 ML sul 2025 e poi a salire
Condivido di seguito un articolo apparso su ITALIA OGGI
25/10/2024
Italia Oggi
CONGELATI 130 MILIONI AI MUNICIPI E 10 ALLE PROVINCE
Di Matteo Barbero
Per gli enti locali accantonamenti obbligatori quantificati in base alla spesa corrente. È quanto prevede la prima stesura della manovra 2025, confermando l’impianto anticipato su questo giornale.
Il provvedimento definisce all’art. 104 la disciplina del nuovo contributo alla finanza pubblica da parte di regioni, enti di area vasta e comuni. La norma, oltre a ribadire l’obbligo del pareggio di bilancio per ogni singola amministrazione, prevede anche uno sforzo aggiuntivo sotto forma di fondi da congelare.
La bozza diffusa nei giorni scorsi prevede per i comuni una correzione complessiva di 130 milioni per il 2025 e di 260 milioni per il biennio 2026-2027, mentre per gli enti di area vasta l’asticella è essere fissata, rispettivamente a 10 e 30 milioni. Gli importi del contributo a carico di ciascun ente saranno determinati “anche” in proporzione agli impegni di spesa corrente al netto degli impegni per interessi, per la gestione ordinaria del servizio pubblico di raccolta, smaltimento, trattamento e conferimento in discarica dei rifiuti, per trasferimenti al bilancio dello Stato per concorso alla finanza pubblica e per le spese sociali, come risultanti dal rendiconto 2023 o in caso di mancanza, dall'ultimo rendiconto approvato.
Si tratta di un criterio simile, anche non identico, a quello relativo alla spending review 2024-2028, prevista dall’art. 1, comma 533, della stessa l 213/2023 (anche in tal caso sono esclusi. Essa vale 250 milioni (200 per i comuni e 50 per gli enti di area vasta) fino al 2028 ed il riparto, dopo una estenuante trattativa e lunghe polemiche, è stato definito utilizzando come parametro, oltre all’incidenza della spesa corrente, anche le risorse Pnrr ricevute dai singoli enti. Facendo riferimento a tale misura, è possibile calcolare in proporzione quanto potrebbe valere il fondo da accantonare nei prossimi tre esercizi.
Ad esempio, per i comuni esso potrebbe vale per il 2025 il 65% del taglio (130.000.000/200.000.000) per salire al 130% nel 2026 e 2027. Province e città metropolitane, invece, si trovano con coefficienti che valgono il 20% ed il 60%. Ovviamente si tratta di un metodo che andrà verificato in base al decreto di riparto, ma in questa fase si tratta di una proxy utile per iniziare a ragionare su qualche numero concreto.
Come già anticipato su questo giornale, non si tratterà di tagli secchi, ma di accantonamenti obbligatori a copertura del disavanzo o da sbloccare per finanziare maggiori investimenti e/o abbattimento del debito in caso di congiuntura positiva. Alla fine di ciascun esercizio, infatti, il fondo accantonato, per gli enti in disavanzo di amministrazione alla fine dell’esercizio precedente ,costituisce un’economia che concorre al ripiano anticipato del disavanzo di amministrazione, aggiuntivo rispetto a quello previsto nel bilancio di previsione.
Per gli enti con un risultato di amministrazione pari a zero o positivo alla fine dell’esercizio precedente, esso confluisce nella parte accantonata del risultato di amministrazione destinata al finanziamento di investimenti, anche indiretti, nell’esercizio successivo, prioritariamente rispetto alla formazione di nuovo debito. Qualora nel corso di ciascun anno dal 2025 al 2029 risultino andamenti di spesa corrente degli enti territoriali non coerenti con gli obiettivi di finanza pubblica, possono essere previsti ulteriori obblighi di concorso a carico dei medesimi enti.