Lino Di Lorenzo ha scritto:L'errore è del sindacato.
Consentimi Lino di dissentire (per una volta).
Premesso che nella fattispecie non sussistono responsabilità impugnabili giuridicamente, ovvero da far valere in sede legale, la responsabilità, in questo caso, è strettamente personale e ricade completamente nella sfera delle scelte individuali del dipendente.
Il sindacato (non sono un sindacalista) non ha nessuna responsabilità, se un utente (lavoratore o iscritto) si rivolge ad un patronato per presentare domanda di pensione a una data, si presume, fissata dall'interessato, il caf non ha nessun potere discrezionale sulla scelta dell'interessato stesso, deve rendere il servizio richiesto, perchè questo è il suo compito.
L'ente datore di lavoro, che, a sua volta, ha ricevuto regolarmente e nel rispetto dei 6 mesi di preavviso legale, la domanda di pensione del dipendente, deve, o dovrà, predisporre il provvedimento amministrativo di collocamento in pensione. Orbene, l'amministrazione di appartenenza, sul piano squisitamente deontologico, in questa fase, preso atto dell'incertezza della data di decorrenza del trattamento pensionistico, avrebbe dovuto informare il dipendente e acquisire in via cautelativa una liberatoria da parte dell'interessato. Se non l'ha fatto, la cosa finisce lì.
Ripeto, comunque, le responsabilità sono unicamente personali, ed esclusivamente a carico del dipendente. Dubito che qualsiasi giudice adito accoglierebbe eventuali richieste di risarcimento.
Cordialmente