ILorenzo ha scritto:Grazie della risposta gsalurso,
il problema è che siamo in dissesto finanziario e non abbiamo il responsabile del personale che è in comando presso altro ente e chi lo sostituisce nicchia e perde tempo dicendo di avere 5 anni di tempo per elaborare i dati ed inviarli a Inps, nel frattempo mi sorbisco io le lamentele (giustissime!) dell'interessato...
Se si prescrivesse davvero 1,5 anni allora potrei anche perorare la sua causa col dirigente (sostituto) con la scusa di evitare problemi futuri all'ente...
Tu però mi confermi siano 5 anni, quindi non posso fare nulla per il ragazzo e me ne dispiace tanto, tutto qui.
Dici al Dirigente(?) che andasse a rileggersi il testo di diritto privato!la prescrizione opera nel caso in cui
il titolare di un diritto, in questo caso il dipendente, non lo eserciti per il termine determinato dalla legge. Non è il termine entro cui l'amministrazione deve concludere i propri adempimenti.
Istruzioni INPS:"
Il TFR va corrisposto d’ufficio; il lavoratore non deve quindi presentare alcuna istanza per ottenere la prestazione ma limitarsi a sottoscrivere la dichiarazione riportata nella sezione “G”. [...] nel caso di rapporto di lavoro a tempo determinato che si risolva alla scadenza dei termini fissati contrattualmente, le Amministrazioni sono tenute ad inviare il Mod. TFR/1 entro 15 gg. dalla risoluzione del rapporto di lavoro. [...]."
La Pubblica Amministrazione è tenuta a concludere i propri procedimenti entro il termine predefinito; il mancato rispetto del termine obbliga la P.A. al risarcimento del danno ingiusto subito dal privato per effetto del ritardo.
Quindi, il fatto che il diritto al TFR si prescriva in cinque anni significa soltanto che, se a causa del comportamento dell'Amministrazione egli subisca un danno (anche il ritardato pagamento da parte dell'INPS)
il dipendente ha ben 5 anni di tempo per fare un c**o così al dirigente, ma non è detto che debba aspettare cinque anni.