IMU E OBBLIGO DICHIARATIVO

IMU E OBBLIGO DICHIARATIVO

Messaggioda tributi23 » 30/11/2023, 19:21

Buonasera,
ho da proporvi due casi, spero nel vostro preziosissimo aiuto e chiarimento!
1)Due coniugi in comunione dei beni, con acquisto di abitazione principale di proprietà al 100% del marito, dopo il matrimonio, dopo pochi mesi la moglie acquista in proprietà al 100%, nella stesso stabile, una unità immobiliare pertinenziale di categoria C2, tutto ciò nel 2018. Il Comune, in fase di accertamento, chiede il pagamento dell'imposta sul C2 per mancanza del requisito soggettivo (appartenenza dell'abitazione e della pertinenza al medesimo soggetto). Tale orientamento è giusto?La situazione è sanabile, essendo i due in comunione dei beni e ovviamente i loro acquisti, seppur al 100% ognuno, ricadono nella stessa, con una dichiarazione IMU che indichi la soggettività passiva di entrambi sull'abitazione principale?
2)Un contribuente acquista in proprietà nel 2018, un'abitazione e tre C2, sull'atto notarile c'è la chiara indicazione quale sia il C2 indicato come pertinenza esente, solo che il contribuente non dichiara al Comune ciò. Gli inviano l'accertamento: solo l'abitazione risulta esente e deve pagare per tutti e tre i C/2, dicendo che è obbligatoria la dichiarazione di pertinenza. E' corretto tale orientamento oppure la presenza dell'atto notarile può venire in aiuto al contribuente nel fargli riconoscere la pertinenza retroattivamente?
Grazie siete sempre preziosissimi!
tributi23
 
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Re: IMU E OBBLIGO DICHIARATIVO

Messaggioda Kaleb » 30/11/2023, 20:38

1) se i beni immobili ricadono nella comunione legale dei beni (vedi artt. 172 e segg. Cod.civ.) la proprietà degli stessi deve essere considerata di entrambi. Dovrebbe essere registrata in catasto (ma è un terno al lotto), verifica con le ispezioni ipocatastali in sister che non siano beni che fuoriescono dalla C.L., nel qual caso la soggettività tributaria è del solo acquirente.
2) il Ministero ritiene che noi siamo onniscienti e che le abitazioni principali e relative pertinenze non siano soggette a dichiarazione (ma il MEF spesso sostiene cose assurde).
In teoria andrebbe dichiarato ogni fatto non conoscibile dal Comune, applicherei la sanzione minima di 50€ per omessa dichiarazione riconoscendo la pertinenzialità della u.i.u. da loro individuata e tassando le altre.

P.S. in un Paese normale prevederebbero l'obbligo di registrazione catastale di tutti gli eventi rilevanti per gli immobili e i loro titolari, con sanzioni esemplari per chi contravviene, da noi invece è una pagliacciata..
Kaleb
 
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Re: IMU E OBBLIGO DICHIARATIVO

Messaggioda FireFil » 01/12/2023, 7:13

Kaleb ha scritto:P.S. in un Paese normale prevederebbero l'obbligo di registrazione catastale di tutti gli eventi rilevanti per gli immobili e i loro titolari, con sanzioni esemplari per chi contravviene, da noi invece è una pagliacciata..

Buonooooo... a cuccia! (si fa per ridere, non ti sto dando del cane, anzi sei sempre molto presente sul forum con precisione ecc ecc... ah, questi giovani ancora pieni di entusiasmo).
Il catasto non ha valore probatorio in fatto di intestazione, quindi dobbiamo "rassegnarci" a non pretendere che sia tutto perfetto da quel punto di vista perché non è lì che si devono trovare le cose. Per ora (e già sai che adesso va alla grande, grandissima)
La Conservatoria RR.II. (e guai a chi mi dice di chiamarla con il nuovo nome) è l'unica depositaria della verità assoluta (almeno nei confronti di terzi, Comune compreso). Il catasto le sanzioni le applica ma per gli omessi/tardivi accatastamenti, non per le intestazioni.

Gli atti di acquisto sono recenti, del 2018, quindi sia nei file XML mensili dei MUI sia nelle risultanze catastali c'è un'elevatissima probabilità che quanto scritto sia giusto, salvo clamorosi svarioni del notaio (o segretario/a del notaio) nella compilazione della nota di trascrizione. Se lì c'è scritto che il marito è proprietario al 100% e la moglie del C/2 al 100% direi che è così, saranno pure in comunione dei beni ma l'acquisto è stato fatto con la dichiarazione del coniuge che li esclude dalla comunione. Atto notarile alla mano e via.
Sul vincolo di pertinenzialità scritto in un rogito si apre il mondo: vale, non vale? La pertinenzialità non si costituisce od estingue con atto notarile, altrimenti i notai dovrebbero lavorare 24 su 24. Contano solo gli elementi oggettivi e soggettivi indicati dal Codice Civile. Ci viene in aiuto la disciplina IMU che limita ad un immobile per tipo tra C/2, C/6 e C/7. Se la pertinenzialità è "ragionevole" (non potendo andare a verificare in continuazione se lo è davvero e in presenza di una pluralità di fabbricati della stessa categoria catastale quale di questi è) prendiamola per buona.
La diversità di titolarità però non è negoziabile, non c'è ragionevolezza o "buon senso" che tenga (sì, perché noi non usiano il buon senso, mai sentito dire?). Diversa titolarità = impossibile pertinenzialità. Punto. Anche se sull'atto ci fosse scritto che la moglie intende destinare i C/2 a servizio ed ornamento dell'abitazione di proprietà del marito. si tratta di una sua libera decisione ma non sarà mai pertinenzialità secondo la definizione civilistica, l'unica che conta per l'IMU, altrimenti bisogna demolire 20 anni abbondanti di giurisprudenza della Cassazione.
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