Mercoledì ha scritto: spesso i Notai non aiutano...
e i contribuenti si impegnano negli altri casi a non sentire la parte dell'IMU quando il Notaio la spiega bene.
Aneddoto (liberi di non leggerlo: peggio per voi, forse li attiro).
Una signora nata in Italia ma ormai in Svizzera da una vita, tanto da non conoscere i termini "730, Modello Unico" eccetera, eredità una porzione di casa.
Guidata probabilmente da una sorella fa visita al mio ufficio. Eravamo nel 2012, caos da IMU imperante, ma il super preparato dipendente comunale va dritto per la sua strada, a maggior ragione in quel tempo, quando non c'erano più (da ICI) o ancora (per l'IMU) regole particolari per chi abita all'estero. Non so neanche se aveva la cittadinanza italiana... può essere.
Obbediente alle parole del Notaio: "Non devo pagare l'IMU perché è la mia unica casa in Italia, la prima casa." (più o meno). Si parla di memoria muscolare, noi abbiamo la memoria da abitazione principale, quell'automatismo che ci fa pronunciare il discorso della differenza tra prima casa ed abitazione principale.
Ahia... il primo tentativo non dà esito positivo, anzi, getta un cerino acceso sulla benzina delle tasse. Finché il fuoco è sotto controllo riprovo, con qualche dettaglio in più sulle agevolazioni erariali che non sono uguali a quelle comunali. Ma le parole del Notaio sono legge nella testa della signora.
Azionare il dispositivo anticendio: foglietto con le spiegazioni ed invito a farlo esaminare da qualcuno di sua fiducia, che sia il Notaio stesso o chiunque altro, purché ovviamente conosca l'argomento.
Non ricordo quanto tempo è trascorso, comunque non molto, torna e "mi loda", perché avevo ragione io e non il Notaio (che magari aveva anche detto giusto, chi lo sa). Lodi, lodi e ancora lodi. "Lei qui è sprecato, in Svizzera coprirebbe già un ruolo più elevato... ". Non so come funziona in Svizzera, ma io mi godevo il mio attimo di soddisfazione, succede forse ogni 15 anni. Guarda un po': una persona che forse non è pervasa dall'acredine tipica dell'italiano medio che entra nell'ufficio tributi. Che non è il vero italiano medio, è ben sotto quel livello, specie il lunedì, quando ha avuto il tempo sabato e domenica per consultare i siti di polemica e di leggere il messaggio whatsapp del gruppo di un'associazione di consumatori a cui è iscritto in cui c'è scritto che sulla tassa rifiuti non ci va l'IVA, guarda la fattura (occhio, sì, fattura, quindi tari corrispettiva) in cui c'è l'IVA. Come negli ultimi n anni a questa parte ed arriva alla carica chiedendo il rimborso dal 1995 (anche se non trova le ricevute, l'importante è spararla grossa), prescrizione trentennale. Poi torna il martedì perché ha visto la trasmissione X, il mercoledì perché alla radio ha sentito che..., giovedì no perchè ha il turno la mattina e di pomeriggio non ci sono io, venerdì neppure perché anche lui programma già il week end, ma sabato, visto che ha un attimo di tempo.... putroppo trova la porta chiusa, lavoro su 5 giorni. Ci vediamo la settimana prossima.
Torniamo a monte: lodi, lodi e lodi, che al termine condivido con i miei due colleghi d'ufficio affinché ne rimanga memoria.
PS: ho condiviso anche una confezioncina di cioccolato svizzero, veramente svizzero. Se non era svizzero quello di una signora che abita in Svizzera da decenni!
Ma non avevo già scritto questa storia della signora dalla Svizzera? Beh... se qualcuno non l'ha letta ora ha due posti in cui trovarla.