La Corte di Cassazione con sentenza n. 18669 in data 04/09/2014 ha stabilito che la posizione degli agenti di polizia municipale investiti della qualifica di pubblica sicurezza non è compatibile con quella degli appartenenti all'Arma dei CC, della polizia, della G.d.F., del Corpo degli Agenti di custodia e del Corpo Forestale. Dichiara pertanto lecita l'esclusione della indennità motivandola con il fatto che la posizione dei vigili urbani, pur investiti della qualifica di agenti di P.S. difetta, rispetto agli appartenenti agli altri Corpi di una situazione di omogeneità che sta alla base del principio di uguaglianza, in quanto l'attribuzione di agente di P.S. viene conferita singulatim, ed è sempre revocabile allorquando mutino le condizioni locali.
Ne deriva quindi che :
Le leggi in quanto tali son solo quelle promulgate dal Parlamento e che, per loro stessa natura, presentano una valenza astratta e generale: sono lo strumento da utilizzare per regolare gli avvenimenti a venire.
Una sentenza, invece, è l'applicazione di tali leggi a un fatto concreto: essa analizza un fatto avvenuto e valuta se ad esso sono applicabili una o più norme di legge.
Quindi si potrebbe dire che una sentenza della Corte di Cassazione non può valere come "legge",
Nel caso delle sentenze della Suprema Corte di Cassazione, parliamo dell'elemento di punta del nostro sistema giurisdizionale italiano e, seppur in misura differente, le sue sentenze (o "pronunce") restano fonti autorevoli che si possono citare davanti a un giudice.
Questo non significa che il giudice sarà costretto ad applicarle nel caso contingente, ma è molto probabile che egli ne terrà conto perché è consapevole che il suo ignorarle a prescindere, porterebbe in seguito le parti in causa a fare un nuovo al ricorso, per finire così (di nuovo) di fronte alla Cassazione ( fonte:Federfida.org)