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Buongiorno
ho chiesto un permesso per motivi personali (max tre giorni all'anno) di cui non avevo mai usufruito. Il datore di lavore me lo autorizza senza chiedermi alcuna motivazione. Adesso a distanza di una settimana dalla richiesta e dall'autorizzazione del permesso mi chiede tramite mail che io giustifichi mediante apposita documentazione il mio permesso per motivi personali nel caso contrario il giorno richiesto verrà conteggiato come ferie o permesso da recuperare.
Sinceramente io NON ho alcuna intenzione di giustificare la richiesa per permesso perchè è stato richiesto appunto per motivi personali che per la mia privacy non voglio ne venga a conoscenza nessuno.
Chiedo... ha diritto una settimana dopo avermi concesso il permesso ha chiedermi una giustificata documentazione di questo?
nel caso potete rimandarmi le norme di legge per poter rispondere per iscritto?

Grazie saluti

Sicuramente la documentazione va fornita (quantomeno per comprovare le esigenze personali ed evitare eventuali abusi che trasformerebbero impropriamente quei tre giorni in "ferie" supplementari), fermo restando l'obbligo, da parte dell'ufficio ricevente, a tutelare la privacy del dipendente.
Diciamo che sarebbe stato il caso di informare prima il dipendente, in modo che, peraltro, si attivasse preventivamente per procurarsi la documentazione necessaria. Questa mancanza, tuttavia, non esenta il dipendente dall'obbligo di presentarla.
In mancanza, ritengo corretto tramutare quei giorni di assenza in congedo ordinario.

Comunalo.

in quella giornata ho dovuto accompagnare mio padre per necessità familiari quindi mi è impossibile ad oggi documentare la cosa... era il caso che il responsabile prima di autorizzare il permesso mi chiedesse preventivamente la motivazione del permesso anche perchè ho letto che per i permessi per motivi personali il responsabile non deve entrare nel merito della richiesta ma solo verificare che tale permesso non causi disagi organizzativi per l'ufficio. Sbaglio?

Il datore di lavoro deve valutare anche il contemperamento tra esigenze organizzative e necessità individuali, ed è a questo scopo che il permesso deve essere giustificato da una motivazione determinata. Per quanto riguarda la documentazione, è già il testo del contratto che la richiede espressamente (art. 19, ccnl 6/7/1996):

"A domanda del dipendente possono inoltre essere concessi, nell'anno, 3 giorni di permesso retribuito per particolari motivi personali o familiari documentati, compresa la nascita di figli".

Al di là delle pur condivisibili osservazioni formulate da vittorina1 (opportunità di richiedere in anticipo congrua giustificazione per l'utilizzo del permesso) , va rimarcato che essa va, comunque, esplicitata per tempo dal richiedente.
La materia, per le regioni e gli enti locali, è regolata dall'art. 19 del CCNL 6 luglio 1995, alla cui attenta lettura mi permetto di rinviare
Infine: se è vero che l'ipotesi di cui trattasi non rientra nelle tipologie precisamente normate (lutto; matrimonio; partecipazione a concorsi o esami) ma, per definizione, risulta più fluida (per l'appunto: particolari motivi personali o familiari), è pur vero che tale indeterminatezza è, in qualche modo, bilanciata da un certo margine di discrezionalità con la quale la valuta il dirigente.
Quindi, in estrema sintesi: più tutela della riservatezza a pro del richiedente, ma ampio margine di apprezzamento per il dirigente

nel momento in cui ho chiesto il permesso mi è stato chiesto la motivazione e ho risposto per esigenze familiari. non mi è stato chiesto altro sul momento, Sentendo anche il sindacato mi è stato detto che è possibile effettuare un autocertificazione adducendo le cause della richiesta del permesso ossia urgenti esigenze di carattere personale e familiare.
E' corretto?

Aggiungo inoltre che un'altra collega in passato aveva richiesto il medesimo permesso e non è stata richiesta alcuna documentazione integrativa quindi non comprendo ne accetto le diverse disparità di trattamento che molte se non troppe volte accadono negli enti locali

Auto-dichiara il motivo il datore di lavoro non entra nel merito come già ribadito più volte dall'aran e dalla ma solo verifica le condizioni di servizio.Ti faccio un esempio delle motivazioni portavo il cane dal veterinario ...mancava la baby sitter ,andavo al funerale del mio amico toni ecc...addirittura una presa da sentenza di tribunale che a dato ragione al dipendente ribandendo che il datore di lavoro non può entrare nel merito ..andavo ad una manifestazione..

Non insisterei su interpretazioni che pur possono essere avvalorate dalla prassi instaurata in un clima di serenità (sempre auspicabile e - per inciso- anche più produttivo di risultati); e, tuttavia, non me la sento di chiudere così l'argomento, tanto più che, a proposito di ARAN, l'orientamento che trascrivo integralmente non mi sembra molto confortante

RAL912_Orientamenti Applicativi

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Quali sono i criteri per la concessione dei permessi retribuiti per particolari motivi personali di cui all’art. 19, comma 2, del CCNL del 6.7.1995?

Il CCNL non ha disciplinato la materia, preferendo rinviarla alla discrezionalità dei singoli enti che dovranno valutare, in rapporto alle esigenze manifestate dal dipendente, l’eventuale sussistenza di ragioni di servizio tali da impedire la concessione del permesso.

Voto per la conversione in ferie.

Comunalo

grazie mille a tutti...siete stati gentilissimi