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Questo Comune ha comunicato ai proprietari di aree fabbricabili la loro posizione alla luce dell’adozione degli strumenti urbanistici e anche alla luce della deliberazione che per l’anno 2018 andava a fissare i valori minimi di tali aree.
1)Si richiede di sapere come ci si deve comportare nelle situazioni dove il contribuente risulta pagare un IMPORTO maggiore per quanto riguarda le aree fabbricabili rispetto all’imposta derivante dal calcolo della metratura ( trasmessa con la suddetta comunicazione) con il riferimento dei valori minimi determinati dalla suddetta deliberazione.
Tali contribuenti hanno diritto a rimborso? (Alla luce della comunicazione ricevuta i contribuenti hanno fatto richiesta di rimborso in quanto il valore derivante dalla metratura comunicata e dal valore minimo è superiore al valore che pagavano)
2)Nella deliberazione che va a fissare i valori minimi è inoltre prevista una riduzione del 30% del valore dell’area fabbricabile da applicarsi nei casi di problematiche idrogeologiche.
Come ci si deve comportare per le annualita’ pregresse (cioe’ prima del 2018) per quei contribuenti che possedevano già un’area ricadente nella situazione di cui sopra cioe’ gia’ a suo tempo sprovviste ad esempio di difese spondali e/o oggetto di eventi alluvionali e hanno corrisposto l’imposta a pieno?
Si specifica che per tali annualita’ non vi erano deliberazioni che prevedevano riduzioni e le aree erano suddivise in residenziali e produttive senza pero’ ulteriore sottocategorie e quindi valori diversi.

1) il valore della delibera è un valore minimo sotto il quale non si procede ad accertamento, non significa che se sul mercato ci sia un valore venale superiore non si debba pagare quello venale superiore, ovviamente il regolamento vale per l'anno 2018 e fino a successiva variazione quindi per gli anni precedenti si attaccano tutti quanti al tram a prescindere

2) come già detto prima, il regolamento vale per l'anno 2018 e fino a successiva variazione, la retroattività questa sconosciuta

il valore di un'area edificabile è il valore venale in comune commercio dichiarato dal contribuente

il comune può determinare dei valori di riferimento che hanno l'esclusivo scopo di fissare dei valori minimi al di sotto dei quali procedere all'accertamento

certo che vi siete "ficcati" in un bel casino

1- è alquanto pericoloso se non discutibile (a mio avviso errato, am vi sono diverse correnti di pensiero su questo) stabilire con delibera i valori minimi per autolimitazione del potere di accertamento in quanto la normativa con l'IMU ha eliminato il richiamo all'art.59 del D.Lgs 446/97, dunque se si stabiliscono dei valori possono essere solo di mero riferimento. A ciò si aggiunga, come detto da AsproMonte e Lucio, che in ogni caso il valore da accertare è quello venale in comune commercio, dunque sia contribuente che Comune possono discostarsi da eventuali valori deliberati, ovviamente avendo gli elementi necessari per farlo motivando l'atto.
Se il contribuente ha pagato su un valore superiore evidentemente ritiene che il valore della sua area sia quello e comunque ritorna il concetto di valore venale in comune commercio, non valore di delibera ai fini IMU che è appunto un mero riferimento. Certo se si discosta notevolmente c'è da capire il perchè e non escluderei, se vi sono gli elementi, un rimborso a priori, ma non certo sulla scorta della delibera. Permettimi di dire che non è stata una gran mossa comunicare al contribuente metratura e valore, perchè è chiaro che lo stesso si sente a quel punto legittimato a chiederlo....

2- le delibere non sono retroattive ovviamente ancor più se determinanti il valore minimo di autolimitazione.

Grazie per la risposta ma volevo solo specificare che ai contribuenti e' stata data comunicazione solo della metratura e della categoria di appartenenza senza la specifica del valore ma solo gli estremi della deliberazione.