Sottopongo un caso che si verifica piuttosto di frequente:
Un soggetto eredita dal coniuge la comproprietà della propria casa di abitazione assieme ai figli e tacitamente il diritto di abitazione ex art. 540 c.c.
In un secondo momento i contitolari fanno un atto di divisione delle loro proprietà e, puntualmente, il notaio ignora l'esistenza del diritto di abitazione "mortis causa" assegnando al genitore una quota di usufrutto (generalmente il 33,33%).
Ora si pone il quesito: questo atto vale anche come rinuncia (tacita?) al diritto di abitazione oppure in capo al coniuge coesistono sia il diritto di abitazione (al 100%) che l'usufrutto parziale?