RUGGIERO ha scritto:Salve,
nel caso di decesso di un dipendente (donna) regolarmente in servizio, l'eventuale coniuge divorziato può vantare un diritto sul TFS e il mancato preavviso (tralascio le altre somme)?
Oltre al coniuge divorziato ci sono anche due figli, entrambi maggiorenni.
Ritengo che il TFS e il mancato preavviso vadano liquidati solo ai due figli (anche se uno solo convivente con la madre), previa domanda con annesso certificato di morte, indicazione delle quote spettanti a ciascuno e dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà.
Sbaglio ad escludere a priori il coniuge superstite (anch'egli dipendente pubblico)? Cosa dovrei verificare a tal proposito?
Grazie per la vostra attenzione.
Ruggiero
Non sbagli: al coniuge divorziato non spetta nè TFS nè preavviso. La sentenza di divorzio annulla il matrimonio e di conseguenza tutto ciò che ne deriva. Il coniuge divorziato, però, potrebbe chiedere al Tribunale, con propria istanza di parte (ovviamente motivata) di ottenere una quota del TFS.
Tale procedura, qualora intentata, non blocca la lavorazione e l'invio della pratica di liquidazione indiretta, da parte del datore di lavoro, nei confronti dei superstiti (nel caso i 2 figli). E' chiaro che nel trasmettere la pratica alla sede ex INPDAP (gestione INADEL) occorre allegare opportuna documentazione a corredo (sentenza divorzio, atti notori eredi, mancanza testamento ecc.)
Si tenga presente che, nel caso di decesso in servizio, il TFS spetta nell'ordine:
al coniuge superstite (ovviamente non divorziato) ma se separato si;
ai figli;
ai genitori;
ai germani;
ad eventuali eredi testamentari.
La presenza del primo, ESCLUDE automaticamente gli altri.
Saluti